IL GIORNO DEL GRANDE ODIO


Liberamente ispirato alle vicende storiche della Battaglia di Campaldino

Ideazione e musiche originali
GIANNINO GIANNINI

 

Progetto: Giannino Giannini
Edizione: Edizioni Musicali Airamanna
Anno: 1997

• TRAMA •

Il lavoro ha preso spunto da una novella di Emma Perodi che, attingendo alla tradizione popolare ha mitizzato e liberamente rielaborato la figura di Amerigo di Narbona, uno dei cavalieri realmente impegnati nella famosa battaglia di Campaldino dell' 11 giugno 1289. Nell’ alone di favola che circonda la sua storia facilmente si leggono gli echi di fatti attribuibili invece a Buonconte da Montefeltro (narrati da Dante nella “Divina Commedia”); ma al di là, comunque, sia della verità storica che di quella letteraria o documentaria, si è inteso cogliere la vicenda di un uomo, l’atteggiamento spirituale di fronte al valore ed al valere suo e di tutti coloro che partecipavano alla battaglia, l’alternanza di coraggio e paura, timore e spavalderia, razionalità e irrazionalità che sempre lacera gli animi quando si tratta di uccidere. Percorrendo qunque questo cammino il discorso progressivamente va placandosi nella ricerca e nell’ affermazione di quei valori etici, morali e religiosi che dopo la ferinità restituiscono all’ uomo le sue vere sembianze e lo pongono davanti alla costatazione che non ci sono vinti né vincitori perché in ogni tempo ed in ogni luogo “ogni guerra è una guerra civile”.

ORGANICO STANDARD:
3 Clarinetti.Bb - 2 Alto sax - 3 Trombe - 2 Tromboni -
2 Chitarre - Basso elettrico - Piano - 2 Keyboard (archi - Mellotron) -
Batteria e percussioni
Vocal + coro
• POSSIBILITA' DI ARRANGIAMENTI PERSONALIZZATI •

per scaricare parti, partiture e tutto il materiale relativo all'opera contattare l'autore.
Cell. 39 3395355984 - Mail: edimusica@airamanna.it

TRACKLIST - demo Mp3 con suoni sintetici - le parti vocali sono interpretate dal sound "Voice or Choir AH"

1. BIANCO GIGLIO - Introduzione al tema: guelfi (G. Villani, Cronica VII , 130)
E subitamente (...) suonate le campane a martello si mosse la bene avventura oste de' fiorentini; e le bandiere , ch' erano a Ripoli , fecero passare Arno , e tennero la via del ponte a Sieve , e accamparonsi per attendere tutta la gente in su monte al Pruno. E radunata la detta oste isciesono nel piano del Casentino.


2. AQUILA IMPERIALE - Introduzione al tema: ghibellini (G. Villani, Cronica VII , 130)
(...) il vescovo d' Arezzo con li altri capitani di parte Ghibellina presono per partito di venire (...)
a Bibiena (...) tutta gente costumata in arme e in guerra e richiesono di battaglia i Fiorentini.
E ciò fu un sabbato mattina addì undici di giugno santo Barnaba li anni di Cristo 1289.


3. IL SIRE DI NARBONA - (F. Petrarca , Sonetto LXXXI - CCLXXII) 
Io son si stanco sotto 'l fascio antico de le mie colpe e de l' usanza ria ch' i' temo forte di mancar tra via e di cader in man del mio nemico. (...) La vita fugge, e non s' arresta un' ora,e la morte vien dietro a gran giornate, e le cose presenti, e le passate mi danno guerra, e le future ancora ...


4. ALBA DI SANGUE - A Campaldino al centro della prima linea dei feditori Guelfi c'era un giovane ragazzo, che combatteva per i Vieri de' Cerchi, dal nome Dante Alighieri.


5. BATTAGLIA DI CAMPADINO - (Virgilio, Eneide VII, vv. 894 - 902 D.Compagni, Cronica delle cose occorrenti ai suoi tempi, I, 10 ).
Arde l' Ausonia, or or cheta e tranquilla; e già v' è chi pedone andar s' accinge, altri a cavallo in sella alto galoppa fra polverosi nembi, o cerca l' armi; e i levigati usberghi, i dardi, gli archi col pingue grasso lustra, e affila ognuno sulle coti le scuri. E già le insegne, e le trombe squillanti a la battaglia, d' acre diletto il cuore a tutti invadono. Molti quel dì, ch' erano stimati di grande prodezza, furono vili; e molti, di cui non si parlava, furono stimati.


6. IN MORTE DI AMERIGO - (A. Manzoni, Adelchi, atto terzo, scena settima, vv. 245 - 260)
Gran parte gettan l' arme, e si danno in fuga a torme; altri ne van. Lento ritrarsi e solo costui vedemmo, che alle barde, all' armi, uom d' alto affar parea: quattro guerrieri da un drappel ci spiccammo, e a tutta briglia sull' orme sue, pei campi. Egli inseguito nulla affrettò della sua fuga; e quando sopra gli fummo, si rivolse. Arrenditi, gli gridiamo; ei ne affronta: la ritira, prostra il secondo ancor; ma nello stesso ferir, percosso dalle nostre ei cadde. Quando fu al suolo, tese le mani in atto di supplicante, e ci pregò, che posto ogni rancor, sull' aste nostre ei fosse portato lungi tumulto, in loco dove in pace ei si muoia


7. THE MELANCHOLY DEPARTURE - Marck Isham - (C. Pavese, La casa in collina)
"Ma ho visto i morti sconosciuti (...). Sono questi che mi hanno svegliato. Se un ignoto, un nemico, diventa morendo una cosa simile, se ci si arresta e si ha paura a scavalcarlo, vuol dire che ha vinto il nemico è qualcuno, che dopo averne sparso il sangue bisogna placarlo, dare una voce a questo sangue, giustificare chi l' ha sparso. Guardare certi morti è umiliante. Non sono più faccenda altrui; non ci si sente capitati sul posto per caso. Si ha l' impressione che lo stesso destino che ha messo a terra quei corpi, tenga noialtri inchiodati a vederli, e riempircene gli occhi. non è paura, non è la solita viltà. Ci si sente umiliati perché si capisce - si tocca con gli occhi - che al posto morto potremmo essere noi: non ci sarebbe differenza, e se viviamo la dobbiamo al cadavere imbrattato. per questo ogni guerra è una guerra civile: ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione."


alcuni brani in versione demo sono presenti nel catalogo discografico